il merlo rosso è perfetto per scrivere.
poi Mannarino mi fa pensare a De Andrè.
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ma quanto è dolce lei?
molto più di lui.
meglio quando canta solo.
ma lui comunque s'impegna.
*
se fossi capace a disegnare, ora farei quello.
perché certe volte le emozioni che hai dentro sono così forti che nemmeno a parole si possono esprimere.
nemmeno con delle lettere.
è là. è proprio là che sei fottuto.
quando nemmeno le lettere riescono a liberare il tuo pensiero.
sarà pure che lui non ha una voce ordinaria.
lui che sicuramente non sarà, non è e forse non è mai stato uno di quelli che se chiudi poco poco gli occhi, mentre lo guardi, quello sparisce.
Mannarino.
c'è magari la possibilità che alla fine, alla fine di tutto quello che scrivi, alla fine della pagina,l'impeto è finito.
come anche la canzone del sipario di Niccolò Fabi.
quella che dice che in mezzo c'è tutto il resto.
che tra l'inizio e la fine c'è il costruire.
si.
ok.
tagliamo corto.
ora parlatemi di tutto ma non di costruire.
non in senso di relazioni.
non di coppia.
non di case.
niente famiglie.
vietati i matrimoni.
non parlatemi d'amore.
preferisco che mi annoiate con i soliti discorsi sul sesso.
quelli noiosissimi.
banali come voi.
si, certo, preferisco che mi parlate di cose complesse.
ma non finte.
non finte come le storie che la gente si trascina dietro.
non raccontatemi di quelli che non riescono a lasciarsi.
piuttosto scrivete.
scrivete di quelli che un giorno si guardano in strada alzando lo sgurado e se ne vanno a casa in silenzio a scopare.
non m'importa se poi si salutano.
se diventano amici.
se risutano poi nel quotidiano prossimo persone totalmente diverse da quello sguardo.
risparmiatemele queste cose.
cantate.
ballate.
suonate.
ma non mi parlate di quello che succede in italia.
non m'interessa.
arrampicatevi sopra un albero e da lì urlatemi che ho sbagliato.
criticatemi.
criticatevi.
abbiate voglia di mangiare molto senza fare diete di fine stagione.
bevete senza rompere il cazzo agli altri.
sorridete con i vostri amici.
si, sono andata oltre.
lo so.
me ne sono accorta.
ma io certe cose non le voglio sapere.
non le voglio raccontare.
preferisco chi si mette a pittare o chi è capace a disegnare.
ecco: ditemi di quando andaste in quel posto a graffiarle la schiena come un gatto.
dell'eternità che vi ha divisi.
raccontatemi di vostra nonna che ballava la polka nella piazza del paese.
di tutti i film di Pippi Calzelunghe che avete visto.
preferisco che mi spiegate perché è così noioso fare il conteggio dei soldi che ci vogliono per attivare i progetti a livello europeo nel vostro cazzo di centro interculturale qui a Berlino.
lo so. grazie.
sei un tesoro.
ho detto di nuovo una parolaccia.
oh, perdono.
1 commento:
Ciao, mi sto trasferendo in Germania con la famiglia (dusseldorf) posso chiederti qualche consiglio perche' siamo in alto mare e abbiamo meno di 2 mesi, Mi scrivi? tireminnanzi@gmail.com
Grazie
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