24.1.13

-Molesk.

mi avevano avvertito che sarebbe arrivato il momento in cui ci sarebbe stato il calo del blog.
non per forza dal pubblico.
ma da parte mia.
i dubbi sono legati alla forma.
agli argomenti.
al trattare cose di mamma.
o cose di immigrata.
l'idea iniziale era sinceramente quella di mamma immigrata.
ma non mi basta.
non cerco però pubblico fisso o lettori accaniti.
va bene anche un pubblico casuale.
uno che un giorno entra e legge.
apprezza.
poi se ne va.
va bene tutto purché io ogni giorno mi accorgo che quel post è stato visualizzato anche solo una volta.
so in quel momento che non scrivo a vuoto.
ho tradito Molesk.



le ho già chiesto scusa.

21.1.13

-4° trasloco. (ovvero sforzi inimmaginabili)


IL QUI SEGUENTE è STATO SCRITTO IN DATA 18.1 IN UN FILE OPEN OFFICE MA COPIATO E INCOLLATO IN DATA CHE STAI VISUALIZZATO.
OGGI.

Una cosa buona è che la casa già me la sento un po' mia.
Il the caldo con la riserva nel pentolino aiuta il cervello a non scoppiare.
Il divano lungo a elle.
Il legno.
Il legno a terra.
Non è parquet.


E' legno.
Giorgio Gaber si è dimenticato di dire che se il parquet è di destra, il legno è di sinistra.
Ma oggi sarebbe difficile il concetto.
Esprimerlo.
Esprimere il concetto.
C'è il radical chic.
Che con un amico dicevamo essere il peggiore.
Sarà sicuramente il più chic. (almeno per me)
ma è il peggiore.
Forse perché ha un chè di falso.
Comunque la casa mi piace. Ci piace. Ci. Pure a Vincenzo.
Vincenzo che è nostro figlio. Mio figlio che a me alcune volte mi fa un po' impressione.
Sono mamma.
'piènz' tengo pure un blog!
Che si chiama AmoMamma.
Il massimo.
Ma il massimo di che?

-ancora trasloco. (ovvero la 4a casa in 3 mesi)


IL QUI SEGUENTE è STATO SCRITTO IN DATA 18.1 IN UN FILE OPEN OFFICE MA COPIATO E INCOLLATO IN DATA CHE STAI VISUALIZZANDO.
OGGI.

Credo che mi scoppierà il cervello.




Poi non trovo il primo disegno con i pennelli che ha fatto Vincenzo e quello che è stato fatto sulla busta dell'ikea.
Se non li trovo e qualcos'altro andrà storto, mi scoppierà il cervello.
E' anche colpa di tutti questi traslochi.
E' colpa della nostra povertà che è una povertà del cazzo.
E poi ieri mi hanno chiesto se non ho blocchi sfogandomi nel blog sapendo che mio padre leggerà.
Frega un cazzo.
Leggi pure.
Io devo scrivere.
Tu invece non devi leggere.
Io sono lì. Ferma tra le mie righe. Ferma tra le parole e le lettere.

16.1.13

-con la valigia in mano. part2 [la (Ri)nascita]

nacque il 9.3.11
a Napoli.
la cosa che non dimenticherò mai nonostante possa questa apparire banale è che il mio ultimo pasto prima di essere una mamma a tutti gli effetti, fu un buonissimo piatto di spaghetti con i pomodorini come li fa spesso mia mamma.
e che tra un boccone e una contrazione chiamai mio cugino Dario al telefono per augurargli buon compleanno e per dirgli che mi sarei impegnata a far nascere il mio bimbo il suo stesso giorno ma che proprio non avrei potuto assicurargli che avesse avuto i capelli rossi come lui.
i capelli infatti tutti neri. 
tutti appiccicati alla testa.
lui tutto pulsante.
strillante.
insanguinato ma vivo-vivo come una piccola bestia.
quello era padre e piangeva.
bellissimo e piccolo nelle sue lacrime.
Bambino è riuscito a rubargli la scena.
i medici ridevano perché io nemmeno lo avevo messo al mondo e già cercavo di raccontargli storie per cercare di calmare gli strilli.
gli dicevo prima di non piangere.
poi si.
poi di piangere e di sfogarsi.
sostenevo le sue grida per non farlo sentire ridicolo.
per appoggiare il suo disagio. 
il suo primo.
il suo primo in un mondo troppo spesso innaturale.
se fosse stato per me lo avrei fatto nascere in una stalla con il bue e l'asinello.
ma non sono la madonna e non mi fidavo tanto dell'assistenza di dio.

.calda e pura sarebbe stata una nascita così.


a quella di dio quindi ho preferito quella medica.
o meglio: ostetrica.

11.1.13

-lu ruciu te lu mare.


Nu giurnu scei ‘ncaccia a li patuli

e ‘ntisi na cranonchiula cantare.

A una a una le sentia cantare

ca me pariane lu rusciu te lu mare.

Lu rusciu te lu mare è troppu forte

la fija te lu re si ta la morte.

Iddha si ta la morte e jeu la vita

la fija te lu re sta se marita.

Iddha sta se marita e jeu me ‘nzuru

la fija te li re porta nu fiuru.

Iddha porta nu fiuru e jeu na parma

la fija te lu re sta va ‘lla Spagna.

Iddha sta va la Spagna e jeu ‘n Turchia

la fija te lu re è a zita mia.

E vola vola vola vola vola

e vola vola vola palomba mia

ca jeu lu core meu te l’aggiu ddare

ca jeu lu core meu te l’aggiu ddare.


10.1.13

-biblioteche berlinesi.

mi sono emozionata.
camminavo come Gas Gas di Cenerentola quando si prende tutto il mais da terra per portarlo via dalle galline e farsi una scorpacciata.
avevo 12 libri in mano. li reggevo impilati quasi fin sotto il mento.
mi vedevo da fuori ed ero bellissima.
una topa da biblioteca.
fica.
nella mia mente egocentrica.
intellettualoide.
forse agli occhi degli altri.
non leggerò 12 romanzi in 4 settimane.



5.1.13

-the dreamers. parte due.

«il principio del piacere» 
assorbe 
«il principio della realtà»
 la sessualità sembra venir liberata
 mentre viene semplicemente liberalizzata
 ed amministrata come strumento di adattamento passivo 
dalla logica del sistema
cadono gli stupidi arcaici 
tabù sul sesso 
in vigore presso società in preda alla scarsità
 ma non per questo 
il sesso 
libera sé stesso
 trasfigurandosi 
in Eros
[cit.]


-the dreamers. parte uno.



se dovessi scegliere una foto dove

racchiudere la mia adolescenza 

io sceglierei questa



-mio padre sarà pure un rompiscatole MA è un genio.

(le genialate di mio padre)


e così il pacco dopo 9 giorni è arrivato.
ma 9 è un bel numero.
nel pacco c'era di tutto.
possiamo invitare a cena amici e deliziarli con specialità dello slow food (?)
naturalmente la cosa più bella di quando ricevi un regalo non è "lui" in se. ma l'energia. l'anima del regalo. 
quanto c'è della persona che te lo ha donato dentro questo.

3.1.13

-Hippocampus mon amour.

ho sposato uno strambo.
sicuro.
non lo strambo. non lui. non sicuro come persona.
sicuro che è strambo.
lo sapevo anche prima di andare dalla tipa in comune.
già cosciente del fatto che avrei detto si al matrimonio con uno strambo sono andata a scegliere la data. con lui. e con bambino.
ma non sapevo nemmeno la data di nascita della mia testimone.
il Cavalluccio Marino mi sono quindi maritata.
che poi se vedi le foto, questi Hippocampus fanno un po' impressione.
so mica tanto bellini. si. la forma è bellina. ma guardateli bene.
il mio però è bello.
è bruno.
gli occhi bruni.
la pelle bruna come la terra.

1.1.13

-io a capodanno ascolto rap. yo!

non ho fatto in tempo a scrivere qualcosa prima della fine dell'anno piangendo sui ricordi chiedendo di meglio al nuovo anno, 
ho saltato il momento in cui saluto gli amici e gli auguro cose belle, 
non sono riuscita nemmeno a ringraziare chi mi ha letto nell'ultimo mese, 
peccato non aver mandato bacini a chi mi sta sui coglioni, 
e non aver deliziato nessuno di quelli che non mi possono soffrire con un ennesimo scritto.

però posso farlo ora.



ma non mi va. 
vi lascio solo questo scatto di un capodanno che mi è piaciuto.

però posso raccontare di altro.
brucia ancora.