Ho visto giovani come me dormire sul ponte di Warschauer.
Era da foto.
Ma non ce l'ho fatta.
Mi sarei sentita invadente.
Era come se fossero a casa loro: collassati sui loro divani e con i postumi di una notte da "leoni".
Birre e panini messi quasi in ordine.
Lei dormiva a pancia sotto come una bambina.
Gli altri "ragazzacci" sparsi intorno a lei, da altre parti.
Uno di lato su un bancale.
Un cagnetto di fianco.
Piccino.
Cucciolo.
Ho pensato anche a cosa stessero pensando gli altri passanti.
Io ho pensato alla foto.
Come prima cosa.
Si, ai filtri, le cornici del cazzo.
Ho pensato che sarebbe stato bello mostrare, a chi questa città non la conosce, una parte di essa, e a chi invece la conosce già e magari ci vive, un pezzo di strada su cui fare commenti amari ma anche ironici.
Non ho pensato a scrivere.
Catturare scatti di momenti può essere più immediato e magari, probabilmente, più efficace.
Sappiamo tutti quanto "tiri" di più Instagram rispetto a Blogger!
Ma io sono tra quelli che, in effetti, in fondo, preferisco le parole.
Mi sono innamorata, ad esempio, di uno che alle foto e alle parole, predilige la musica.
Tutti simili ma ognuno con il proprio modo di esprimersi.
Forse la prossima volta posso pensare di puntare ad un bel post corredato di foto e traccia musicale.
Forse la prossima volta.
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