20.7.14

-il mio primo.

stavo lì fuori.
lui dentro.
non so quale lingua parlasse.
io fumavo e guardavo nel vuoto.
lui avrebbe potuto scegliere esattamente il disco perfetto per quel momento.
io mi limitavo ad immaginarlo.
vedevo il vuoto nelle margherite e le margherite nel vuoto.
la commessa mi fissava come se fossi una delle tante persone perse che incontri a Berlino nelle strade.
io l'ho vista sott'occhio.
ma non ho voluto guardarla.
avevo bisogno di un attimo di nulla per fermare le emozioni e i pensieri.
le aspettative.
forse ricordi di averle tenute a zero o addirittura sotto.
sotto forzatamente.
lui ad un certo punto mi ha sorriso.
io non ho saputo come rispondere.
ho aspettato.
pensavo alla scena di lui che si guardava nel portafoglio come per cercare qualcosa di veramente piccolo.
così mi sono girata come se fosse stata una di quelle decisioni molto pensate e ponderate.
mi sono girata e ho guardato alcune bici ferme.
lasciate lì.
poi ricercando la sua figura tra le piante e gli scaffali ordinati di foglie, ho visto un vaso viola e dentro c'era un girasole.
solo.
un girasole da solo.


[mio figlio e il girasole]
piantato.
era una pianta.
non stava comprando fiori ma una pianta.
il suo sguardo profumato, sorridente e sereno insieme alle sue labbra belle e dolci mi volevano dire qualcosa.
ma tutto era tenuto al minimo.
poi mi ha raggiunta fuori.

19.7.14

-conosco un paio di coppie che funzionano.



mi sveglio e leggo:
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"Conosco un paio di coppie che funzionano. Ma funzionano sul serio, nel senso che vedi due persone felici, che condividono tutto, dalle preoccupazioni per il conto in banca al tovagliolo a tavola, pur mantenendo le rispettive identità, amicizie, passioni. Sono persone che vedi felici anche quando l'altro non c'è, perché sono risolte e piene anche nei giorni d'assenza. Persone che si amano e che ridono molto, che vivono una vita insieme continuando a tifare l'uno per la vita dell'altro. Che non si sentono monche se l'altro non c'è, ma con un braccio in più se l'altro c'è. Io la felicità l'ho vista li'. Il resto, ossessioni, ansie, struggimenti, sono robe che hanno a che fare con l'affanno. E l'amore felice non s'affanna. L'amore felice respira lentamente, a pieni polmoni. Avrei dovuto capirlo, quando mi credevo felice col fiato corto."

firmato C.S.
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15.7.14

-guerra merdosa. sempre.

Ho scoperto che il mio compagno di banco è israeliano e che da due anni ha terminato i 3 anni "obbligatori" della leva. 
È un ragazzo molto carino e con il quale durante la pausa parlo volentieri, insieme ad altri compagni.
siriani, marocchini, arabi.
Un giorno sono voluta andare a vedere il suo profilo Facebook. Siamo amici. 
Speravo di trovare riferimenti contro questa guerra merdosa come d'altronde tutte le guerre. 
NULLA. 
Il completo nulla. 

Mi aveva raccontato alcuni giorni prima che il servizio militare in Israele è obbligatorio e che ora, la sua fidanzata, che ha 21 anni, è arruolata, anche se fa un lavoro d'ufficio. 
Poi mi ha raccontato anche che il fidanzato di sua sorella, invece, ora, è proprio sulla striscia di Gaza. 

Io ho semplicemente annuito.



Giorni prima chiedevo, 
e lui mi raccontava, 
anche di come può stare qui in Germania. 
Del visto. 
Cose così. 
In classe molti compagni sono extracomunitari. 
Il ragazzo siriano, ad esempio, può vivere tranquillamente qui grazie ad un visto per asilo. 
Studierà anche gratuitamente all'università. 

Il ragazzo israeliano, invece, racconta di avere il passaporto tedesco dalla nascita proprio perché con nonni tedeschi che, quando il governo tedesco iniziò a ghettizzare gli ebrei, scapparono via dalla Germania verso Israele. 

A differenza di molti, avevano capito che qualcosa non stava quadrando. 

14.7.14

-il ponte di Warschauer "appena" svegli.

Ho visto giovani come me dormire sul ponte di Warschauer.
Era da foto.
Ma non ce l'ho fatta.
Mi sarei sentita invadente.
Era come se fossero a casa loro: collassati sui loro divani e con i postumi di una notte da "leoni".
Birre e panini messi quasi in ordine.
Lei dormiva a pancia sotto come una bambina.
Gli altri "ragazzacci" sparsi intorno a lei, da altre parti.
Uno di lato su un bancale.
Un cagnetto di fianco.
Piccino.
Cucciolo.
Ho pensato anche a cosa stessero pensando gli altri passanti.
Io ho pensato alla foto.
Come prima cosa.




Si, ai filtri, le cornici del cazzo.
Ho pensato che sarebbe stato bello mostrare, a chi questa città non la conosce, una parte di essa, e a chi invece la conosce già e magari ci vive, un pezzo di strada su cui fare commenti amari ma anche ironici.
Non ho pensato a scrivere.

7.7.14

-ossessioni.

7.7.14

è luglio da sette giorni.
sei dentro da più.
sai che c'è?
c'è che il nostro tempo rimane dov'è.
e tu sei dentro.
mi sveglio trovando i tuoi occhi.
il tuo sguardo fa i miei giorni.
siamo stati nell'Universo Parallelo.

Insieme.

ho dormito.
tu hai aspettato.
poi è stato bello vederti scappare.
ho sentito che potevi andre via.
perché nella pioggia finita mi stavi aspettando.

lividi addosso.
sangue seccato.
tonsille ingrossate.
male.
cinque per te.
nulla per me.
lingue che leccano cessi.
mani che toccano sporco.
corpi che aspettano intensi.
rumori che suonano.
gente che piscia.
chimica intorno.



noi siamo nel parallelo del parallelo.
io e te.
mi vuoi sola.
ma io voglio la folla.
tu sei in grado di immaginare.
le parole le sento come se quella folla non fosse in attesa di noi.
tu immagini.
ancora.
io fremo.

sonoleottoandiamovia.
torniamosuletto.