29.3.14

-flussi che continuano con nomi che non ti appartengono più.


il bisogno è fisiologico.
pochi riescono a capirlo.
lo chiamano flusso di coscienza.
a me, personalmente, non interessa dargli un nome.
è solo che sono sempre punto e a capo: la linea.
la prima.la prima linea.
ovviamente ti metti a pensare al film.
e comunque è alla linea principale che vuoi dare al tuo blog che ti riferisci.
e ovviamente ometti aggettivi come "cazzo" perché non è che poi suonino tano tanto carini.
la musica naturalmente deve essere sempre di quelle che ti entrano dentro che all'nizio nemmeno te ne accorgi.
che poi però per mesi, e anche dopo un anno, ti ritrovi a scrivere,ancora una volta, sempre con la stessa musica.
i pensiei non cambiano mai e nemmeno le paure.
tu sei sempre stata la stessa anche se in troppi non se ne sono accorti.
non riesci nemmeno a fermarti perché altrimenti perdi il flusso e fai fatica a riprenderlo.

ti viene pure male a scrivere con la barra spaziatrice (quella che ti ricorda il post della "droga") che tuo figlio ti ha letteralmente sradicato dalla tastiera e che hai rimesso alla cacchio.
ti rendi ovviamente conto che certe volte hai il coraggio di scrivere e poi naturalmente anche pubbliare cose assurde.
ma poi sei sempre tu.
e torni ancora al discorso di quelli che non se ne accorgono.
o che, peggio ancora,si sono accorti di altro.
poi c'è pure il Cavalluccio Marino che se n'è andato a farsi fottere.
[grazieadioeraora]
tu che a momenti vai pure in crisi perché il nome del blog l'avevi preso dal nome che lui ti aveva regalato.
ma poi lungida te (si può dire?) dal cambiargli nome perché -figurati-.
STOP.
grazie.
APPLAUSO.

(ricorda il discorso del grazie)

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