- X)___oggi mi sento meglio del solito peggioanzi peggiopeggio ancorasempre peggioè un peggioramentocontinuacontinuo
- Y)___mmh..e perché sei partito con oggi mi sento meglio del solito?
- X)___eboper essere coerenteadesso mi bevo il cappuccino
- Y)___hai la macchinetta per farlo?
- X)___senti cara la mia serenaio ho bisogno di drogatu me la puoi dare ?
- Y)___huhuhuhue pure se potessi come te la darei?
- X)___ecco appuntoroprio per questo motivoadesso cercherò di sniffarmi la tastiera del computer
- Y)___mmh!ottima idea!chissa poi che effetto fa?ti trovi il cervello pieno di parole!magari puoi provare con la parte destra!!!ci sono i numeri lì?vedi tu..magari preferisci invece tutti i simboletti in alto!"
- X)___mi hai dato un buon consiglio
- Y)___cosa ti piacerebbe avere di più nel cervello?
- X)___le freccettealto sotto destra e sinistra
- Y)___OTTIMO!io andrei di freccette
- X)___oppure la BARRA SPAZIATRICE
- Y)___QUELLA NON HA EGUALI
- X)___cazzo !
- Y)___ti fa spaziare, viaggiare
- X)___buonoperò è vero che sto malebabbabiacome sto baleaaahè un agonia
- Y)___abbiamo la soluzione a tutto, ogni giorno, mentre scriviamo dai nostri pc, navigliamo, la tartassiamo più di ogni altro tasta e lei è lì lunga lunga che non chiede altro di essere sniffata
- X)___okla barra del vuotovuoto mentalenon chiedo altro
- Y)___heiio devo assolutamente copiare e incollare questa conversazione in un post del mio blogho bisogno che tu mi autorizzi.
- X)___sei autorizzata
- Y)___grazie amico. se riesco provo a mandarti dalla germania la U con "l'umlaut"ce l'hai presente?quella con i due puntini sopra!ho saputo che è uno sballo totale!
- X)___la che ?aaaaahsiquella la voglio provare
15.12.12
14.12.12
-a Berlino con il sari.
rieccomi.
non m'interessa se mi danno il posto in atelier.
non voglio cercare aiuto per richiedere il WBS.
il bambino vuole svegliarsi.
alcune volte sono egoisti.
altre volte. molte. hanno molta pazienza. poi c'è Pazienza ma quello ora non c'entra.
il bambino questa volta é clemente. continua il suo sonno.
io amo quando scrivo bene. quando sono immersa. quando come alcune volte. quando sono io. mentre mi piace, mi piaci e allora piango.
io ringrazio se leggi qui.
uomo che non conosco.
donna che nemmeno a te.
andare indietro. pensare alla Santacroce che scriveva strana.
pensare a quello lì che rideva e mi diceva che anche Oriana leggeva. quella che ci disse che il suo nome era perché la Fallaci. Amen. I miei genitori no. Il libro della Fallaci forse solo nella piccola libreria di legno comprata in oriente.
odio l'oriente. odio come lo amano in molti. odio chi si traveste con abiti lunghi come sari quando si sente pieno di mondo mentre si riempie di spezie in India. poi la sera ti spogli. ti fai vedere. non hai più il sari.
odio le cose etniche. qui ho preso da mio padre. mi ha fatto la scuola. lui fa quello che sa. e anche io. sono sua figlia. inevitabile. e allora mi piace quella cosa che tu con il sari non conosci.
e che non sai che di indiani bianchi é pieno. che più sei bianco e meglio è.
che anche loro sono ignoranti.
che il cielo li perdoni.
anche loro non sanno. non é loro la colpa.
la colpa è sempre di altri.
loro più deboli e noi che andiamo a farci le lampade.
mi piace scrivere e pensare che non sempre afferri il concetto.
se non mi danno l'atelier scrivo lo stesso.
risparmio 150 euro.
mi compro un sari. vero.
ma me lo metto qui.
a Berlino.
vado in giro con il sari e faccio le trecce a mio figlio.
i capelli li tengo lunghi e non me li faccio tagliare da Violeta che mi dicono sulla bocca dei bambini.
Violeta bacia tutti?
sta seera chiedo a Marijo se gli piace il nome Violeta.
mi dirà di no. si ricorderà di quella e mi dirà che tanto altri bambini no ne aspettiamo.
allora rimaniamo d'accordo per Mia.
Mia Agazzi.
ti metto il sari.
ti porto in India a fare la scuola internazionale.
sarai più occidentale di una londinese.
più forte sicuramente di una che studia in cattolica a Milano.
poi se ti vuoi mettere il sari, te lo metti. altrimenti mamma ti compra i blue jeans.
non m'interessa se mi danno il posto in atelier.
non voglio cercare aiuto per richiedere il WBS.
il bambino vuole svegliarsi.
alcune volte sono egoisti.
altre volte. molte. hanno molta pazienza. poi c'è Pazienza ma quello ora non c'entra.
il bambino questa volta é clemente. continua il suo sonno.
io amo quando scrivo bene. quando sono immersa. quando come alcune volte. quando sono io. mentre mi piace, mi piaci e allora piango.
io ringrazio se leggi qui.
uomo che non conosco.
donna che nemmeno a te.
andare indietro. pensare alla Santacroce che scriveva strana.
pensare a quello lì che rideva e mi diceva che anche Oriana leggeva. quella che ci disse che il suo nome era perché la Fallaci. Amen. I miei genitori no. Il libro della Fallaci forse solo nella piccola libreria di legno comprata in oriente.
odio l'oriente. odio come lo amano in molti. odio chi si traveste con abiti lunghi come sari quando si sente pieno di mondo mentre si riempie di spezie in India. poi la sera ti spogli. ti fai vedere. non hai più il sari.
odio le cose etniche. qui ho preso da mio padre. mi ha fatto la scuola. lui fa quello che sa. e anche io. sono sua figlia. inevitabile. e allora mi piace quella cosa che tu con il sari non conosci.
e che non sai che di indiani bianchi é pieno. che più sei bianco e meglio è.
che anche loro sono ignoranti.
che il cielo li perdoni.
anche loro non sanno. non é loro la colpa.
la colpa è sempre di altri.
loro più deboli e noi che andiamo a farci le lampade.
mi piace scrivere e pensare che non sempre afferri il concetto.
se non mi danno l'atelier scrivo lo stesso.
risparmio 150 euro.
mi compro un sari. vero.
ma me lo metto qui.
a Berlino.
vado in giro con il sari e faccio le trecce a mio figlio.
i capelli li tengo lunghi e non me li faccio tagliare da Violeta che mi dicono sulla bocca dei bambini.
Violeta bacia tutti?
sta seera chiedo a Marijo se gli piace il nome Violeta.
mi dirà di no. si ricorderà di quella e mi dirà che tanto altri bambini no ne aspettiamo.
allora rimaniamo d'accordo per Mia.
Mia Agazzi.
ti metto il sari.
ti porto in India a fare la scuola internazionale.
sarai più occidentale di una londinese.
più forte sicuramente di una che studia in cattolica a Milano.
poi se ti vuoi mettere il sari, te lo metti. altrimenti mamma ti compra i blue jeans.
8.12.12
-le strade che fanno sognare.
Ho sceso di corsa ogni mattina
(alcune volte di corsissima)
(ed altre anche a salire)
per andare a scuola
queste strade.
ma non solo io.
spesso J.J. con me.
la mia amica.
e minuti e minuti prima,
il Sommo.
VI INCOLLO L'INTERO ARTICOLO COPIATO [ QUI ]
(alcune volte di corsissima)
(ed altre anche a salire)
per andare a scuola
queste strade.
ma non solo io.
spesso J.J. con me.
la mia amica.
e minuti e minuti prima,
il Sommo.
VI INCOLLO L'INTERO ARTICOLO COPIATO [ QUI ]
Pedamentine a Napoli: Le strade che fanno sognare
La Pedamentina (da pedemontanus, ai piedi della collina) è un complesso sistema pedonale di suggestive discese e gradinate che collega la zona collinare di Posillipo o del Vomero fino al centro storico e al mare. Sono itinerari affascinanti o panoramici, per buoni camminatori, ideali per riscoprire angoli dimenticati della città senza dover prendere mezzi di locomozione.
Da via Tito Lucrezio Caro, nei pressi del parco Virgiliano, scende, ai piedi della collina di Coroglio, fino al mare, dove c’è la Gaiola (dal napoletano caiola, grotta ). La strada è tortuosa, a volte stretta e ripida e un po’ lunga ma è percorsa attivamente da tantissimi giovani tutto l’anno e diventa un luogo comune per i bagni in estate. I gradini scavati nel tufo si snodano tra la macchia mediterranea e l’antico borgo di case, dove sorgono, tra l’altro, importanti resti archeologici di epoca romana.
Calata san Francesco inizia a via Belvedere e taglia via Aniello Falcone e via Tasso, raggiungendo il Corso Vittorio Emanuele, e di qui, scende a via Riviera di Chiaia, di fronte allaVilla Comunale. La strada, così denominata perché conduce dal Vomero alla chiesa con l’annesso convento di San Francesco degli Scarioni, è lineare e dritta fino alla fine.
Pedamentina di San Martino è tra i più antichi camminamenti della città. Con i suoi 414 scalini collega la Certosa di San Martino al centro storico della città, sul Corso Vittorio Emanuele, dietro l’ospedale militare, da cui poi si intraprendono le rampe di Montesanto. Suggestivo e panoramico percorso che vale la pena intraprendere almeno una volta, ma per le ragazze è sconsigliato aggirarsi per la strada da sole, soprattutto se di sera. Per non perdere il fascino della discesa è meglio andare in compagnia.
Le Rampe del Petraio prendono il loro nome dalla consistenza pietrosa del territorio su cui sono nate. Come molte altre rampe storiche della città, anche queste affondano le loro radici tra il ‘500 e il ‘600. Furono edificate per collegare il Vomero al “nuovo” quartiere di Chiaia e partono da via Annibale Caccavello per scendere al Corso Vittorio Emanuele, all’altezza della chiesa di S. Carlo alle Mortelle. Da qui, poi, vi è una doppia possibilità di proseguimento: o i gradoni di S. Maria Apparente, la salita Vetriera e le successive rampe Brancaccio, che portano nel cuore della Napoli più elegante: via dei Mille e via Filangieri; oppure i gradoni di Chiaia, che portano appunto a via Chiaia.
-scrivendo dei 16 anni ne ho compiuti 18.
ne avevo giusto 7anni fa.
sembra un secolo. sembra ieri.
la sorella. 7anni di meno ne ha oggi.
penso a lei scrivendo.
e penso a me ricordando.
la scuola.
un fidanzato.
io mi ricordo la festa. dei miei 16anni.
alcune cose mi sfuggono.
mi ricordo Cascone che non ha mai portato un regalo ma quell'anno portò erba.
mi ricordo tutti eccitati da sto cannone lunghissimo.
se ci guardassi oggi mi farei delle risate sonore.
16anni.
Claudio.
avevo scritto altri due nomi ma stonavano tantissimo.
lui unico.
poi 16 anni mi fa pensare sempre tantissimo a 'sto diario della scuola giallo di Anne Geddes.
E' l'anno di Jessica Serena Chicca Fede Anna. O era quello prima?
(da notare il punto e poi la lettera maiuscola__chi mi legge sempre ne sa qualcosa)
Ciaaaaoooo RoBiGallOttOla! tu che mi fai morire dal ridere e più di ogn'uno mi ricordi i miei di 16anni e che mi scrivi su facebook grande il tuo ultimo post sono la tua prima fan! che vita!
poi le scritte sul diario. NON QUELLO DI FACEBOOK!
le ore dietro al giornalaio dopo scuola.
e anche prima.
oddio qui mille ricordi.
mi ricordo quelli più grandi che ammiravo.
chi mi piaceva.
devo assolutamente dichiararmi.
perchè poi si ride un sacco.
allora: Massimo ed io che mi compravo le Lucky Strike perché se le fumava lui così facevo colpo.
se dovessi pensare di fare oggi una cosa del genere mi verrebbe prima un sacco di tenerezza e poi tantissime risate.
dietro al giornalaio ho scoperto anche di avere un cugino: Alessandro.
con madre omonima a mia sorella.
16anni ricordo la terza superiore.
l'interrogazione di storia con la mappa concettuale.
la prima. 6.
in molti 4 e 5.
io 6.
Sommella faceva finta di essere cattivissimo.
mi ricordo Dante. Petrarca.
Dante più di tutti.
Gli ignavi.
Lui solo l'inferno ci faceva studiare.
Gli ignavi dovrebbe essere canto 6. Se mi sbaglio ditemelo ma tanto ora non é importante.
L'interrogazione comunque era sulla mascita dei comuni nel medioevo.
Claudio mi aveva aiutata a fare la mappa.
lui sempre perfetto. io no.
mi ricordo la mia scrivania.
i suoi cassetti.
Giulia, dimmi dove sono tutti i miei fogli, le poesie, i filtrini del tabacco, le fotografie ammappate, l'album di Capri con Claudio, le cartoline di Shiva e Ganesh, il piccolo borsino di raso bianco dell'Avon con dei fiorellini mimose sopra regalo della nonna Enza che oggi é morta, la sua lettera di auguri scritta su carta millimetrata arancione
per credo i 18 anni e che é stata fin'ora la più commovente da me ricevuta, dentro solo 50 euro e poi quello della nonna Tatà, anonimo, dentro di soldi ce n'erano 100, ma non valevano nulla. 18 di anni ne avevo. e già me n'ero accorta che non valevano nulla perchè erano racchiusi in un nulla forse di lupo alberto mentre la carta millimetrata era la cosa più poetica che avessi avuto tra le mani.
sembra un secolo. sembra ieri.
la sorella. 7anni di meno ne ha oggi.
penso a lei scrivendo.
e penso a me ricordando.
la scuola.
un fidanzato.
io mi ricordo la festa. dei miei 16anni.
alcune cose mi sfuggono.
mi ricordo Cascone che non ha mai portato un regalo ma quell'anno portò erba.
mi ricordo tutti eccitati da sto cannone lunghissimo.
se ci guardassi oggi mi farei delle risate sonore.
16anni.
Claudio.
avevo scritto altri due nomi ma stonavano tantissimo.
lui unico.
poi 16 anni mi fa pensare sempre tantissimo a 'sto diario della scuola giallo di Anne Geddes.
E' l'anno di Jessica Serena Chicca Fede Anna. O era quello prima?
(da notare il punto e poi la lettera maiuscola__chi mi legge sempre ne sa qualcosa)
Ciaaaaoooo RoBiGallOttOla! tu che mi fai morire dal ridere e più di ogn'uno mi ricordi i miei di 16anni e che mi scrivi su facebook grande il tuo ultimo post sono la tua prima fan! che vita!
poi le scritte sul diario. NON QUELLO DI FACEBOOK!
le ore dietro al giornalaio dopo scuola.
e anche prima.
oddio qui mille ricordi.
mi ricordo quelli più grandi che ammiravo.
chi mi piaceva.
devo assolutamente dichiararmi.
perchè poi si ride un sacco.
allora: Massimo ed io che mi compravo le Lucky Strike perché se le fumava lui così facevo colpo.
se dovessi pensare di fare oggi una cosa del genere mi verrebbe prima un sacco di tenerezza e poi tantissime risate.
dietro al giornalaio ho scoperto anche di avere un cugino: Alessandro.
con madre omonima a mia sorella.
16anni ricordo la terza superiore.
l'interrogazione di storia con la mappa concettuale.
la prima. 6.
in molti 4 e 5.
io 6.
Sommella faceva finta di essere cattivissimo.
mi ricordo Dante. Petrarca.
Dante più di tutti.
Gli ignavi.
Lui solo l'inferno ci faceva studiare.
Gli ignavi dovrebbe essere canto 6. Se mi sbaglio ditemelo ma tanto ora non é importante.
L'interrogazione comunque era sulla mascita dei comuni nel medioevo.
Claudio mi aveva aiutata a fare la mappa.
lui sempre perfetto. io no.
mi ricordo la mia scrivania.
i suoi cassetti.
Giulia, dimmi dove sono tutti i miei fogli, le poesie, i filtrini del tabacco, le fotografie ammappate, l'album di Capri con Claudio, le cartoline di Shiva e Ganesh, il piccolo borsino di raso bianco dell'Avon con dei fiorellini mimose sopra regalo della nonna Enza che oggi é morta, la sua lettera di auguri scritta su carta millimetrata arancione
per credo i 18 anni e che é stata fin'ora la più commovente da me ricevuta, dentro solo 50 euro e poi quello della nonna Tatà, anonimo, dentro di soldi ce n'erano 100, ma non valevano nulla. 18 di anni ne avevo. e già me n'ero accorta che non valevano nulla perchè erano racchiusi in un nulla forse di lupo alberto mentre la carta millimetrata era la cosa più poetica che avessi avuto tra le mani.
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6.12.12
-nevica.
Stamattina nevicava con i fiocconi grandi grandi che era una meraviglia.
Sarà pur banale dirlo ma é sempre magico!
Anche a Berlino é arrivata la neve quindi.
Bella bella bella ci piace tanto
((( neve sul nostro balconcino e mamma scrive la data con sopra vince con sotto mamma e papà a sinistra )))
-con la valigia in mano. part1
7.08 a Napoli "mi maturo" alla mattina.
lo stesso pomeriggio parto per la Sardegna.
ci sono grossi litigi con i miei genitori.
la mamma del mio fidanzato é sempre molto gentile e dolce con me.
imparo un po' a guidare la macchina -una vacchia polo- ma solo sullo sterrato.
mi fanno l'articolo 75 perchè avevo una sola canna nella borsa che nemmeno fumavo.
9.08 mi trasferisco a Milano.
indecisa tra storia e filosofia.
scelgo corso di laurea in filosofia.
divido la casa con Stephanie(monaco?), Barbara(rio), Nina(parigi)
la mia stanza con Barbara.
conosco Yaya Lù.
tradisco il fidanzato.
voglio tornare con il fidanzato che non si fida più.
2.09 fidanzato gentilmente mi porta con numerosi bagagli in stazione per prendere treno che mi riporta a Napoli.
non metto per tanto muso fuori casa.
mi sento una fallita.
conosco RoB e mi dice che sembro un fiore.
5.09 vado in Sardegna per liberare la testa e lavorare
sto male molto male.
conosco colui che -una volta scrissi- "quel 13 agosto mi ha salvato la vita" e che ora é il papà di Bambino.
sto meglio anche se mi chiama tristezza.
mi vuole sua fidanzata io non voglio.
iltredicidiagostoduemilanove ma già passato lo voglio mio fidanzato e lui anche.
decidiamo di andare a Vivere insieme.
9.09 ritorno a Napoli.
RoB viene a prendermi in vesparella.
10.09 raggiungo mio cavalluccio marino attuale a Brescia.
viviamo insieme "all'ospedale".
m'iscrivo al corso di laurea in scienze e tecnologie delle arti e dello spettacolo.
inizio a lavorare per una ditta di abbigliamento e sono una tuttofare e adoro quello che faccio.
dormiamo io e il mio cavalluccio marino in un letto ad una piazza e mezzo per nove mesi.
in quei mesi ci formiamo da cellule a feto da feto a bambino.
ogni notte prima di addormentarci lui mi dice: "amore mettiti comoda, fai belle nanne".
penso di lasciare gli studi universitari.
a lavoro non mi assumono come promesso.
continuo a studiare.
conosco Cris e altri.
meglio quando gli altri non c'erano.
io e Cris ci crogiolavamo nella semplicità e nella solitudine e mangiavamo e ridevamo e ci raccontavamo.
una notte -o forse un pomeriggio viene concepito bambino-.
vengo bocciata all'esame di Teatro dopo essere stata promossa a quello di Arte ma la prof -di Arte- era rincoglionita, quella di Teatro determinata, intelliggente, simpatica, pungente, unica.
nessuno sapeva ancora delle celluline che stavano diventando bambino ma secondo me la prof di teatro lo sapeva, ovviamente scherzo.
7.10 vado in Sardegna.
scopro di aspettare un bambino da 5 settimane.
la mia metà mi raggiunge.
facciamo l'ecografia insieme e il cuore batte.
decidiamo che quello sarà nostro figlio.
nessuno lo vuole tranne noi due e la zia Sabina con lo zio Vittorio ma anche la zia Tanja e la zia Giulia lo vogliono.
passiamo tutti le pene dell'inferno abbinate alle nausee.
il papà Marijo ha deciso che é una bambina e insieme abbiamo deciso che si chiamerà Olimpya.
8.10 vado dalla zia Sabina a Sarzana per rilassarmi e fare tutti i controlli importanti per il primo trimestre di gravidanza.
vomito sempre ma la zia mi compra delle crostatine di crema e frutta alla pasticceria.
la Bibi mi regala un libro sulla gravidanza e il parto attivo che divenerà la mia bibbia.
vedo il piccolino ballare in un'ecografia.
9.10 torno in Sardegna dal mio amato che mi aspetta.
decidiamo definitivamente che ci trasferiremo a Sarzana e lì cercheremo fortuna ed io partoriò in acqua a Poggibonsi
10.10 prendiamo nave per poi andare a Sarzana.
passeggiamo molto per il centro guardando principalmente le librerie che la mamma pancia adora.
andiamo a fare una bellissima ecografia a Genova dove ci dicono prima di tutto: "ma guarda che pisello" ed io credo che mi prendono in giro perché sono ancora fermamente dell'idea che sia una bambina come fermamente aveva deciso il papà e poi io penso che non so come dovrò educare un maschio poiché mi ero preparata solo all'educazione di Olympia.
si decidono tanti nomi e anche quello del maschietto che per il momento era solo Vincenzo dopo aver pensato a Niccolò e ad Indaco e ad Antonio.
12.10 una mattina di pioggia prendiamo prestissimo un treno per lentissimo per Napoli.
faccio una sorpresa a mia sorella che mi aveva già sgamata.
faccio una sorpresa alla mia amica J.J. che piange.
tutti mi fanno mangiare, la nonna Tatà in particolare.
il Cavalluccio Marino e mia sorella mi regalano il mazzo di fiori più grande che io abbia ricevuto per il mio compleanno numero 21.
festeggio il mio 21esimo compleanno con indosso un bel maglione lungo dove si vede la pancia.
mangiamo una buonissima pizza a Materdai.
faccio tutte le visite dall'affascinantissimo giovane ginecologo.
io e futuro papà ascoltando sempre Ludovico Einaudi e Lemon Tree e 24 grana e giochiamo molto e alle volte con noi gioca mia sorella e alle volte giusto _alle_ anche la mia mamma.
il [tremarzo] é il compleanno di mia cugina 24enne anche lei con pancia piena di bebè e quella notte anche lei gioca con noi e va via la luce ed io ho la scadenza dopo una settimana e continuiamo a giocare con la candela accesa
e bebè in mia pancia mi da un calcione grandissimo ed io penso che ci siamo e che é mio figlio é romantico e che vuole farmi sentire il dolore del travaglio in una situazione senza luce, senza televisione, di notte.
Ma la nonna pensa: "cazzo se non c'è elettricità non si aprirà il cancello automatico per portarti in auto in ospedale" (!!!) ma pensiamo poi che ci sono i taxi e ""oh che bello non siamo fregati"" ed io: ""oh che figa: vado a partorire in taxi""
ma quella notte non nacque.
bensì poi...
FINE PRIMA PARTE
lo stesso pomeriggio parto per la Sardegna.
ci sono grossi litigi con i miei genitori.
la mamma del mio fidanzato é sempre molto gentile e dolce con me.
imparo un po' a guidare la macchina -una vacchia polo- ma solo sullo sterrato.
mi fanno l'articolo 75 perchè avevo una sola canna nella borsa che nemmeno fumavo.
9.08 mi trasferisco a Milano.
indecisa tra storia e filosofia.
scelgo corso di laurea in filosofia.
divido la casa con Stephanie(monaco?), Barbara(rio), Nina(parigi)
la mia stanza con Barbara.
conosco Yaya Lù.
tradisco il fidanzato.
voglio tornare con il fidanzato che non si fida più.
2.09 fidanzato gentilmente mi porta con numerosi bagagli in stazione per prendere treno che mi riporta a Napoli.
non metto per tanto muso fuori casa.
mi sento una fallita.
conosco RoB e mi dice che sembro un fiore.
5.09 vado in Sardegna per liberare la testa e lavorare
sto male molto male.
conosco colui che -una volta scrissi- "quel 13 agosto mi ha salvato la vita" e che ora é il papà di Bambino.
sto meglio anche se mi chiama tristezza.
mi vuole sua fidanzata io non voglio.
iltredicidiagostoduemilanove ma già passato lo voglio mio fidanzato e lui anche.
decidiamo di andare a Vivere insieme.
9.09 ritorno a Napoli.
RoB viene a prendermi in vesparella.
10.09 raggiungo mio cavalluccio marino attuale a Brescia.
viviamo insieme "all'ospedale".
m'iscrivo al corso di laurea in scienze e tecnologie delle arti e dello spettacolo.
inizio a lavorare per una ditta di abbigliamento e sono una tuttofare e adoro quello che faccio.
dormiamo io e il mio cavalluccio marino in un letto ad una piazza e mezzo per nove mesi.
in quei mesi ci formiamo da cellule a feto da feto a bambino.
ogni notte prima di addormentarci lui mi dice: "amore mettiti comoda, fai belle nanne".
penso di lasciare gli studi universitari.
a lavoro non mi assumono come promesso.
continuo a studiare.
conosco Cris e altri.
meglio quando gli altri non c'erano.
io e Cris ci crogiolavamo nella semplicità e nella solitudine e mangiavamo e ridevamo e ci raccontavamo.
una notte -o forse un pomeriggio viene concepito bambino-.
vengo bocciata all'esame di Teatro dopo essere stata promossa a quello di Arte ma la prof -di Arte- era rincoglionita, quella di Teatro determinata, intelliggente, simpatica, pungente, unica.
nessuno sapeva ancora delle celluline che stavano diventando bambino ma secondo me la prof di teatro lo sapeva, ovviamente scherzo.
7.10 vado in Sardegna.
scopro di aspettare un bambino da 5 settimane.
la mia metà mi raggiunge.
facciamo l'ecografia insieme e il cuore batte.
decidiamo che quello sarà nostro figlio.
nessuno lo vuole tranne noi due e la zia Sabina con lo zio Vittorio ma anche la zia Tanja e la zia Giulia lo vogliono.
passiamo tutti le pene dell'inferno abbinate alle nausee.
il papà Marijo ha deciso che é una bambina e insieme abbiamo deciso che si chiamerà Olimpya.
8.10 vado dalla zia Sabina a Sarzana per rilassarmi e fare tutti i controlli importanti per il primo trimestre di gravidanza.
vomito sempre ma la zia mi compra delle crostatine di crema e frutta alla pasticceria.
la Bibi mi regala un libro sulla gravidanza e il parto attivo che divenerà la mia bibbia.
vedo il piccolino ballare in un'ecografia.
9.10 torno in Sardegna dal mio amato che mi aspetta.
decidiamo definitivamente che ci trasferiremo a Sarzana e lì cercheremo fortuna ed io partoriò in acqua a Poggibonsi
10.10 prendiamo nave per poi andare a Sarzana.
passeggiamo molto per il centro guardando principalmente le librerie che la mamma pancia adora.
andiamo a fare una bellissima ecografia a Genova dove ci dicono prima di tutto: "ma guarda che pisello" ed io credo che mi prendono in giro perché sono ancora fermamente dell'idea che sia una bambina come fermamente aveva deciso il papà e poi io penso che non so come dovrò educare un maschio poiché mi ero preparata solo all'educazione di Olympia.
si decidono tanti nomi e anche quello del maschietto che per il momento era solo Vincenzo dopo aver pensato a Niccolò e ad Indaco e ad Antonio.
12.10 una mattina di pioggia prendiamo prestissimo un treno per lentissimo per Napoli.
faccio una sorpresa a mia sorella che mi aveva già sgamata.
faccio una sorpresa alla mia amica J.J. che piange.
tutti mi fanno mangiare, la nonna Tatà in particolare.
il Cavalluccio Marino e mia sorella mi regalano il mazzo di fiori più grande che io abbia ricevuto per il mio compleanno numero 21.
festeggio il mio 21esimo compleanno con indosso un bel maglione lungo dove si vede la pancia.
mangiamo una buonissima pizza a Materdai.
faccio tutte le visite dall'affascinantissimo giovane ginecologo.
io e futuro papà ascoltando sempre Ludovico Einaudi e Lemon Tree e 24 grana e giochiamo molto e alle volte con noi gioca mia sorella e alle volte giusto _alle_ anche la mia mamma.
il [tremarzo] é il compleanno di mia cugina 24enne anche lei con pancia piena di bebè e quella notte anche lei gioca con noi e va via la luce ed io ho la scadenza dopo una settimana e continuiamo a giocare con la candela accesa
e bebè in mia pancia mi da un calcione grandissimo ed io penso che ci siamo e che é mio figlio é romantico e che vuole farmi sentire il dolore del travaglio in una situazione senza luce, senza televisione, di notte.
Ma la nonna pensa: "cazzo se non c'è elettricità non si aprirà il cancello automatico per portarti in auto in ospedale" (!!!) ma pensiamo poi che ci sono i taxi e ""oh che bello non siamo fregati"" ed io: ""oh che figa: vado a partorire in taxi""
ma quella notte non nacque.
bensì poi...
FINE PRIMA PARTE
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1.12.12
-fraseggi rapido coi sentimenti di chi ti ha regalato l'universo.
Veramente difficile.
* * *
Non rendere libera un'emozione per me.
Mi fotte spesso. La voglia di liberarmi.
Veramente difficile, ma solo alcune volte, vivere dove ancora non conosci nessuno.
Guardare dentro e oltre la sterilità di una lista amici con cui chattare.
Cercare conforto alle 4.58 della mattina.
Tutti dall'altra parte del mondo.
Quello che lavorava con lui.
Quello che era in classe con quell'altro lui.
Quell'ostetrica che sta dove arriverà tuo padre.
Quella che hai sublimato e della quale ti piaceva la sua originalità.
Quello con cui forse non hai mai parlato.
Ma, ora, c'è bisogno di parlare.
Ma i capelli che stanno fuori dalla testa, gli scenzielli o i cervelletti, sono sotto il cappello. Quello bello.
La Molesk tua l'hai lasciata nella borsa del bambino. Ora c'è questa pagina.
"è colpa tua se non capisci le metafore, se non ti piace il pollo con le mandorle"
"fraseggi rapido coi sentimenti di chi ti ha regalato l'universo"
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